Recensioni
Geografie architettoniche e mappe segniche dalle radici arcane, affiorano quali elementi dominanti all'interno dell'opera grafica di Carlo Dezzani, artista capace di puntare al cuore delle immagini per ricondurle sul foglio gravide di profonda commozione.
Pittore, ma soprattutto notevole acquerellista, nel catturare la realtà che più lo affascina (architetture antiche, interni dalle volte suggestive, atmosfere misteriose), esprime quella capacità rara di saper chiudere l'opera al momento giusto.
Carlo Dezzani non si lascia infatti limitare dalla trappola dell'esercizio virtuosistico, ma sviluppa' il suo racconto con il linguaggio! dì una grammatica in grado di cogliere al volo ciò che la mente detta. Calligrafiche prospettive tracciate ad inchiostro stilografico, danno forza e vigore alle fresche macchie cromatiche, trasparenti e immediate, studiate per evocare l'effetto luccicante del bagnato. Sensazioni forti grazie a tocchi leggeri e precisi. Ogni pagina di Carlo Dezzani segue infatti un preciso progetto mentale, itinerario'fantastico che prende spunto dalla narrazione descrittiva per condurre, subito dopo l'osservatore, in un mondo che sta al di fuori di schemi e righe.
Disegni dunque improntati da quella indispensabile sensazione di libertà che sempre l'arte deve dare.
   
Silvana Nota


Nato a Torino, ma residente a Villafranca Piemonte, Dezzani è un personaggio a tutto tondo e un artista dal lungo e prestigioso curriculum. Dopo aver frequentato la facoltà di architettura, si è iscritto all'Accademia di Belle Arti di Torino iniziando poi la frequen­tazione costante di noti artisti piemontesi, innumerevoli le mostre tenute nelle princi­pali città italiane e straniere e lusinghieri i giudizi della critica che hanno sempre sotto­lineato l'originalità assoluta del suo mondo e della sua tecnica.
"I luoghi di Alice" , il titolo scelto per la sua ultima mostra, già evidenzia un mondo magico e libero, dove far correre la creatività e inseguire sogni im­possibili. E ciò che più colpisce, di questo straordinario artista, è proprio la forte carica fantastica e poetica: una fantasia viva, palpi­tante e senza cedimenti che spesso sconfina nella fiaba e nel sogno, nel gioco e nell'iro­nia.
Carlo Dezzani dipinge realtà inesistenti dove le case si piegano per poter abbracciare il cielo, la luna scende a dialogare con gli uomini appesa ad eteree funicelle, i massi di pietra si fanno leggeri leggeri per non far ma­le, per non ferire e le nubi assumono l'aspet­to di animali preistorici. Dipinge piccoli pae­si di sogno abbarbicati su dirupi scoscesi o placidamente adagiati su immense, sconfina­te pianure. Paesi dalle prospettive esatte dove è facile immaginare una vita reale e concreta, un vissuto quotidiano fatto di persone, cose» avvenimenti.
L'uomo non appare quasi mai fisicamente, ma entra nelle sue rappresentazioni con lo sguardo, per osservare, per curiosare. E' la fantasia che cammina e che trascina con sé gli elementi della sua ispirazione reale: la se­dia, la bottiglia, i palloncini, le case, il castel­lo...perché ogni oggetto si carica di un signi­ficato simbolico, legato ai piaceri della vita, al desiderio di purezza, al bisogno di trasparen­za.
  se­dia, la bottiglia, i palloncini, le case, il castel­lo...perché ogni oggetto si carica di un signi­ficato simbolico, legato ai piaceri della vita, al desiderio di purezza, al bisogno di trasparen­za.
La trasparenza è il cuore dell'espressione artistica di Dezzani ed è realizzata con la tec­nica istintiva e sicura dell'acquarello o dell'o­lio magro trattato a velature: questo gli con­sente di ottenere straordinari effetti di so­vrapposizioni mantenendo curata e solida l'architettura del paesaggio e della scenogra­fia. Gli studi e la cultura di questo artista co­sì sensibile e innamorato della vita, emergo­no con forza da ogni opera. Anzi, in molte
sue composizioni, tra l'astratto e il collage, c'è grande ironia, intesa come capacità di giocare, di procedere per analogie e fare ar­gute e imprevedibili associazioni. Una pittura intensa e dominata dal lirismo, dove gli og­getti sono personificazione dell'umano senti­re e metafora del procedere tra grandi gioie e profonde tristezze. Angoli perduti e afferrati con l'immaginazione, angoli di fiaba, profondamente autentici perché proiezioni del no­stro desiderio.
Quella di Dezzani è una ricerca continua, uno scavare incessante dentro le proprie emozioni, dentro le proprie radici e la pro­pria identità per trovare sempre nuove stra­de, nuovi input, per approfondire tecniche e sperimentare linguaggi.
   
Luciano Carini


…o della scatola magica,
ed è come entrare in mondo irreale- dove tutto è fantasia- immaginazione-impalpabilità.
e la chiave di lettura è il ritornare bambini.
Olio come acquarello- in stesure morbide- senza materia-per rimandi lontani- per mondi che appartengono a pochi -gioia-in composizioni statiche e nello stesso tempo fluide
E la favola emerge- si insinua- prende il sopravvento sul vivere quotidiano
quasi a riscattare situazioni tragiche- dolorose- per aprirsi a mondi sognati.
E ci si trova a ritrovare Alice- in fantastiche visioni- per mondi indefiniti-per felicità nascoste.
E allora rossi- azzurri- gialli- verdi in trasparenza-
come in una scatola di vetro- o come vetro stesso- fragile- delicato.
Architetture morbide- in sinuoso andamento- come gommapiuma-tutto è immateriale- come soffio di vento- vento caldo che ti stordisce.
Sembra di entrare in un sogno- non c’è tattilità-
-poesia forse- e la tecnica è preziosa- minuziosa- analitica nel suo distendersi-e la semplicità disegnativa va di comune accordo con il colore-
volutamente in ricerca di disegno di bambino- pulito- essenziale- scarno nella sua lucidità-.
in composizione immediata- priva di tentennamenti-
a volte organizzata e talvolta fin troppo studiata…ma è solo apparenza.
E l’immaterialità degli elementi sconvolge la visione per una proiezione in mondo di favola.
Troppo facile il rapporto con il surreale
- piuttosto con il sogno- e la natura diventa padrona della scena- che dialoga- che si impone- che si dispone.
Gioia- felicità- tempo a passo ridotto- quasi a non voler trascorrere-per momenti non condizionati
semplicità fanciullesca- senza condizionamenti-
aria fresca- luogo incontaminato. 
Unico suo grande amore il medio evo- forse per i castelli- forse per mistero- o forse per ricordo
ma si vede poco.
Come poco sono le appartenenze culturali- volendo rintracciabili- ma non così sfacciatamente come si vorrebbe- per tranquillità.
E il mondo arabo si intravvede- nascosto- in forme fin troppo facili- ed allora…
Tutto si modifica- nell’impianto favolistico- come in scatola magica che improvvisamente si apre
che lascia trasparire il mistero- la fiaba- il racconto
perché sono racconti- racconti intimi- che devono essere scoperti-
che sottendono momenti felici- passioni nascoste- luoghi desiderati-
e poi uccellini- mare- pietre che non hanno peso.
Pittura che necessita di essere vista da vicino- che deve essere svelata:
tutto terso- tutto sereno- come si vorrebbe il mondo che ci circonda e la quotidianità è alla porta.
E Alice ritorna ad essere padrona del campo- non curiosa- non indagatrice-ma compartecipe a ciò che succede- e vive il suo mondo- la sua gioia-
manifestandosi anche nelle minime cose.
Ogni elemento assume leggerezza- impalpabile nel suo disegno e nella freschezza del colore.
Chissà se questo mondo un giorno ci apparterrà- un augurio- un desiderio-
per ora godiamone per le mani dell’artista.
Richiudiamo la scatola e ritorniamo alla nostra quotidianità sapendo che possiamo aprirla quando vogliamo.                                                                                                                   --FRANCESCO PREVERINO
L’individuazione della ricerca pittorica di Carlo
Dezzani è di per sé interessante quanto
curiosa. Se da una parte va immessa come stile
in un settore squisitamente surrealista,
dall,altra deve essere portata in luce (per
l'osservatore) come una costante legata alla
ragione. Il suo lavoro è il riflesso di una
capacità tecnica e di una sensibilità poetica che
si evolve per donarsi ai motivi e all'assiduità
dei diversi attimi dell’espressività. Ma è cosa
certa che le sue ricerche squisitamente
pittoriche rappresentino la risultanza di discese
nell’inconscio, di incursioni nel mondo del
sogno. Carlo Dezzati ha la capacità di riportare
alla ribalta momenti onirici in una narrazione
chiusa e conclusa, che concretizza un altrove
del tutto identificabile. Sogno quindi, e
razionalità. La ragione che vive alla base di
simili
presupposti linguistici potrebbe anche entrare
in rotta di collisione con la irrealtà della
narrazione visiva, che per altro si svolge sovra
un sottofondo di leggera e ottimistica
serenità. Carlo Dezzani è pittore di tradizione
che nella sua libertà interiore e creativa
enuncia una volontà etica, che.lo porta a lottare
contro i fanatismi e le false certezze. Opere
come Alice nnn è più qui pure Dal mare alla
collina sono Paesaggi dell'anima. C'è in lui
anche un atteggiamento leggermente ludico
come in Cercandovi domani oppure come
Ilnfelicemente insieme. Sono rapide
illuminazioni che si direbbe partano dalle
emozioni dellasua infanzia.
La sua espressività poetica si muove su un
piano esclusivamente personale e
soggettivo che sancisce nell'immediatezza di
una visione sintetica ed esplicita,
l’irrimediabile mistero del mondo che ci
circonda. In ogni suo sogno a occhi aperti egli
sembra bussare ai vetri di un suo mondo
trasfigurato, rappresentato con l'energia di un
gesto creativo capace di materializzare
l'immaginario. E non è poco.

PAOLO LEVI